Classifica dei 10 migliori film kolossal della storia del cinema secondo ''THE FINAL CIAK!''
Eraserhead: un' incomprensibile ansia da soffocamento
Ci troviamo di fronte ad un immenso fiocco di cotone che ci stritola, ci avvolge da ogni parte, soffocandoci lentamente. In sostanza, questo è " Eraserhead" (La mente che cancella).
Un universo dove la visione onirica si mescola inestricabilmente con la realtà, dove l'emozione esce dal mondo dell'astrattezza e diventa tangibile, concreta.
Il tipografo Henry è una figura che a prima vista può sembrare convenzionale. Il solito e squallido strumento di una società che definirei pirandelliana. Tuttavia, il film non vuole presentare uno spaccato sociale, assolutamente, ma una speculazione cristallina e multiforme delle ossessioni, delle paure, del senso di sconforto e di annichilimento di fronte ai mostri delle nostre responsabilità, ed infine l'evasione.
Se questo è però, a mio avviso, il messaggio di fondo, è ovvio che la pellicola è incessantemente solcata da elementi apparentemente non-sense, ma che ritengo facciano parte della sfera intima del regista, che vuole farci comprendere la complessità e l'orrore dell'animo umano.
Henry si muove quasi strisciando dentro questo buco di mondo. Un mondo estraneo alla luce e al dialogo, altro, che a mala pena ci sembra riconducibile al nostro, ma dal quale tuttavia ci sentiamo un pò tutti sfiorati.
La scenografia, come suggerivo più su, è appunto costruita per rendere la scena insopportabile, malsana, patologica, a partire dagli arredamenti e dai costumi squallidi e decadenti fino ad arrivare alla gestione degli spazi.
Angusti, consumanti sono i buchi dentro i quali si svolgono le scene, buchi che non lasciano spazio nemmeno ad un accenno di luce che possa illuminare (ed in senso lato risvegliare) i protagonisti in questo torbido e sporco mondo allucinante e tremendamente onirico. Un mondo surreale, popolato da bambini grotteschi e mostruosi, da vermi che si insinuano in continuazione nella nostra cristallina razionalità, minacciandola dall'interno.
La recitazione non è affidata al dialogo, e questo fattore rende l'opera meravigliosamente elitaria.
I personaggi manifestano la loro interiorità non attraverso le parole, ma per mezzo di gesti quasi frenetici, di espressioni a tratti apatiche e confuse, a tratti nevrotiche, folli, schizzate. Le parole non possono esprimere la complessità della trama confusionaria di sensazioni, visioni, allucinazioni, paure e miraggi che ristagna nell'uomo.
In definitiva, ritengo che Eraserhead sia un esperimento più unico che raro. Un film fatto di fumi, di sbuffi eterei e illusori, di esalazioni lisergiche che avvolgono lo spettatore, trascinandolo improvvisamente in un mondo che risulta inaccettabile per la nostra razionalità borghese. è un titolo che però lascia il tempo che trova. E forse è meglio così. La gente della nostra generazione non è sicuramente pronta per emulare nemmeno un pallido bagliore della complessità e della frenesia che La mente che cancella suscita nell'angolo ultimo del nostro raziocinio.
di Lorzo 94
VOTO: *****
Regia: David Lynch
Sceneggiatura: David Lynch
Interpreti principali: Jack Nance, Jeanne Bates, Charlotte Stewart
Genere: Surrealismo, Grottesco
Anno: 1977
Super 8: non bastava forse E.T.?
Super 8 era stato già mastodonticamente pubblicizzato, addirittura in un teaser contemporaneamente all'uscita di Iron Man 2 nel 2010; il film di Abrams viene considerato unanimemente da molti recensori un capolavoro, quasi un ''classico'', ancor prima di uscire nelle sale, nella giornata del 9/09/2011. Non essendo immune alle campagne pubblicitarie di forte impatto, sono andato a vedere il film per pura curiosità, e in verità, non molto attratto dalla famosissima firma di J.J. Abrams, perchè (mea culpa forse!) non avrò visto più di 2 o 3 puntate della celeberrima Lost (anche se avevo già visto all'opera questo regista in Mission Impossible III) . Piuttosto, ero attratto dal desiderio di vedere un film di fantascienza così osannato e pubblicizzato, e aver modo di poter condividere o smentire giudizi così entusiastici. Dopo i titoli di coda ( è d'obbligo non lasciare la sala in questa occasione per capire interamente la pellicola), già credevo di avere un'idea abbastanza chiara per cominciare una recensione del film.
Ebbene, se questo film ha qualcosa di ''classico'', sicuramente si tratta dell'impianto narrativo spilberghiano. Ora, dando per scontato che lo stile di Spielberg è assolutamente geniale e unico nel suo genere, bisogna stabilire se questa pesante influenza del regista di Indiana Jones, abbia inciso positivamente o meno sulla pellicola di Abrams. Risulta necessario a questo punto un breve riassunto della trama. La vicenda si svolge in una cittadina del West Virginia, nel 1979. Joe, figlio tredicennne del vice - sceriffo della cittadina, perde sua madre in seguito ad un incidente sul lavoro. Il ragazzo è un appassionato di trucco cinematografico, infatti sta partecipando alle riprese di un film amatoriale di genere horror per un concorso locale, insieme ad altri suoi amici coetanei, fra cui l'aspirante regista Charles e una ragazzina di nome Alice, ingaggiata dal gruppo di ragazzi come attrice protagonista della loro pellicola horror. Il film che i ragazzi stanno realizzando è girato con una pellicola 8 mm; da questo particolare proviene il titolo del film. Una sera, mentre i ragazzi stanno girando una scena vicino alla ferrovia, un treno viene deragliato dopo un surreale impatto con una automobile in cui si trova un insegnante dei ragazzi, che rimane misteriosamente in vita dopo l'impatto. Anche i membri della giovane ''troupe'' riescono a salvarsi in seguito al gigantesco disastro. Tutto l'incidente viene ripreso dalla cinepresa abbandonata dai ragazzi. Dopo l'incidente, comincia a circolare per le strade della città una creatura misteriosa, di origine extra-terrestre, il cui unico scopo è ricostruire la sua astronave per lasciare la Terra.
L'opera di J.J. Abrams, a parer mio, può essere considerata complessivamente quasi discreta. Il film soffre della quasi assoluta mancanza di originalità a livello di sceneggiatura, in particolar modo nella seconda parte della pellicola. La venuta dell'extra-terrestre in una cittadina di provincia, la caccia spietata verso quest'ultimo da parte delle autorità, il contatto speciale con i bambini: tutto sembra rimandare fin troppo ai primi film di Spielberg, senza peraltro aggiungere molto alle analogie fin troppo evidenti. Bisogna dire che la prima parte del film sembra preludere ad eventi straordinari e sorprendenti; infatti, la prima metà del film è costruita quasi perfettamente, con una lunga ''attesa'' che permette di conoscere bene i personaggi prima dell'incidente che stravolgerà tutto. Purtroppo, dopo questo buon inizio, il film scade nella più assoluta banalità, nella tragicomica rivisitazione dei classici film sugli extra-terrestri, in cui tutto risulta ''già visto'', senza alcuna novità rispetto al passato, di cui riproduce gli schemi per rimediare alla totale mancanza di nuove idee rispetto ad un E.T. o Incontri ravvicinati del terzo tipo. Anche i temi del film risultano pressappoco identici ai film di Spielberg: l'esaltazione dell' età infantile; il rapporto padre-figlio; il passaggio all'età adolescenziale; l'incontro-scontro con il ''diverso'', l'estraneo. Temi già ampiamente trattati ed esplorati, se vengono ripresi, meritano almeno un diverso modo di essere presentati, piuttosto che una totale, identica riproposizione dello stile di chi li ha trattati precedentemente, cioè Spielberg in questo caso. Naturalmente ci sono anche delle note di merito per Super 8. Le interpretazioni dei giovanissimi attori, in particolare quella di Elle Fanning, sorella dell'altro prodigio Dakota, sono eccellenti. Inoltre, il tema della passione per il cinema, unico spunto originale, è presentato in maniera ottima: le varie scene in cui i ragazzi realizzano le riprese del loro film horror e la visione di questa stessa pellicola durante i titoli di coda sono assolutamente buone trovate. Inutile dirlo, ci sono ottimi effetti speciali.
Concludendo, a parer mio, non si può certo dire che il film di Abrams possa essere considerato un ''classico'' o un capolavoro che cambierà il cinema di fantascienza. Piuttosto, Super 8 si può sicuramente ritenere un discreto film di intrattenimento per ragazzi e per famiglie, pieno di molti stereotipi del genere, ma in compenso, con poche pretese.
di Andrea Raciti
VOTO: ** 1/2
Regia: J.J. Abrams
Sceneggiatura: J.J. Abrams
Produzione: Steven Spielberg, J.J. Abrams, Bryan Burk
Interpreti principali: Joel Courtney, Elle Fanning, Kyle Chandler, Noah Emmerich, Ron Dainard
Genere: Fantascienza
Anno: 2011
Classifica dei 10 migliori film western della storia del cinema secondo ''THE FINAL CIAK!''
La Classifica:
1) Sfida infernale (1946) di John Ford
2) Il fiume rosso (1948) di Howard Hawks
3) Il mucchio selvaggio (1969) di Sam Peckinpah
4) Sentieri selvaggi (1956) di John Ford
5) Ombre Rosse (1939) di John Ford
6) Il buono, il brutto, il cattivo (1966) di Sergio Leone
7) Un dollaro d'onore (1959) di Howard Hawks
8) Il cavaliere della valle solitaria (1952) di George Stevens
9) C'era una volta il West (1968) di Sergio Leone
10) Quien Sabe? (1966) di Damiano Damiani
di Andrea Raciti