Pulp Fiction: uno spartiacque del cinema firmato Tarantino









Apprestandoci a trattare di un'opera così controversa, nei confronti della quale sono state rivolte le critiche più disparate, da qualunque prospettiva partiamo, bisogna introdurre una premessa fondamentale: indubbiamente questo film ha stravolto per sempre il modo di concepire il cinema. La critica cinematografica (soprattutto italiana), fin dall'uscita del film nel 1994, spinta da una sorta di fervore moralistico senza limiti, accusava il film di una violenza eccessiva sia nel linguaggio, sia ( anzi, soprattutto) nel contenuto visivo, bollandolo come un prodotto di scarsa qualità, completamente privo di contenuti e soprattutto privo di una morale, considerata un ''must'' da questa critica. Naturalmente, il pubblico smentì, e continua tutt'oggi a smentire questa fetta di critica, che, paradossalmente, usando simili critiche, elencò alcuni punti fondamentali per cui ''Pulp fiction'' può essere considerato un capolavoro assoluto. Infatti, all'inizio del film stesso, viene spiegato il significato della parola ''pulp'': carta ruvida e di scarsa qualità. Proseguendo con la visione del film, si comincia a capirne il significato: infatti la storia che si sta svolgendo non è il tipico gangster movie, in cui entrano in ballo le solite riflessioni sulla crudeltà e sulla possibilità di redenzione: questa è una storia sporca, lurida, come dice il titolo stesso,oltre che iperrealistica e quasi surreale. Le novità fondamentali del film sono costituite essenzialmente: dalla struttura, dai dialoghi e dal non sense  . La grammatica, cioè la struttura del film, è rivoluzionaria; usando un procedimento già usato nel suo precedente film ''Le iene'', ma perfezionato rispetto a quest'ultimo, Tarantino ha fatto uso di una serie di flash-back e prolessi, seguendo un disegno circolare. Infatti, nonostante sembri che le vicende abbiano un susseguirsi casuale e irrazionale, in realtà,  l'intera storia è dominata dal disegno razionale dell'autore, che controlla l'apparente caos delle vicende, portandole tutte ad una conclusione. La fine, stavolta, coincide veramente con l'inizio della narrazione. I dialoghi sono completamente permeati dall'ironia e dal contrasto con l'azione: difatti, ciò è necessario, perchè per cogliere l'ironia nelle esplosioni di violenza improvvise, i dialoghi devono essere esattamente l'opposto di ciò che viene rappresentato. Per cui abbiamo un lungo dialogo sul ''massaggio ai piedi'' fra Vincent e Jules , seguito da un massacro; discussioni spensierate fra Vincent Vega e Mia Wallace su serie televisive e barzellette, seguite dalla scena dell'iniezione di adrenalina al cuore. I dialoghi pertanto, logorroici all'inverosimile, sono un mezzo dell'autore per far capire al pubblico che i personaggi del film sono come gente normale inserite in uno sporco affare, per cui, parlano esattamente del più e del meno e delle sciocchezze che caratterizzano discussioni fra gente normale e reale. Quindi, se ne deduce che il film intero è dominato da un totale non sense, un'ironia assurda e paradossale, in cui i dialoghi seguono una strada completamente diversa da quella dell'azione che si sta svolgendo. I personaggi non rispondono nella maniera piu assoluta allo stereotipo del gangster, nè tanto meno ciò che accade loro risponde a quello stereotipo; a dir la verità, nel complesso, ogni cosa del film è completamente il contrario di qualunque stereotipo! Vincent e Jules sono due killer bizzarri e improbabili; il primo è costretto a salvare la moglie del capo da un'overdose con una iniezione al cuore, in seguito egli stesso verrà ucciso nel modo più assurdo uscendo da una toilette; Jules recita dei versetti della Bibbia prima di  uccidere qualcuno e in seguito, sentendosi miracolato, avrà una sorte di (falsa) conversione che neanche lui ha compreso molto bene. Inoltre, la violenza del film, viene completamente svuotata del suo significato, perchè è originata da particolari insignificanti e assurdi: l'orologio d'oro di Butch , per esempio, è la principale causa delle sue disavventure, fino all'apice dell'assurdo, che viene raggiunto nella scena dello scantinato. In questa scena Tarantino opera la distruzione dello stereotipo del boss: Marsellus Wallace viene stuprato da due maniaci sadomaso! Il film quindi è caratterizzato da un totale capovolgimento e stravolgimento degli stereotipi del cinema; infatti nel film vengono riproposti quei luoghi comuni, i ''topoi'' del cinema, come il rapporto fra un tirapiedi e la moglie del boss, o la solita coppia di assassini, i due rapinatori alla Bonnie e Clyde, etc... Ma queste situazioni, per la prima volta con questo film, vennero rappresentate in modo bizzarro e grottesco, stilisticamente perfette,  supportate da una struttura assolutamente originale e con dialoghi geniali. L'obiettivo del film è molto semplice: intrattenere il pubblico con un racconto semplice e geniale, facendolo ridere e divertire quando guarda le assurde modalità in cui si verifica qualcosa di violento. L'unica morale del film è nella sua stessa assenza di morale: difatti, l'unico insegnamento che si può cogliere, sta nel fatto di concepire il film come uno spettacolo di intrattenimento a se stante, senza fini moralistici, etici, etc... In due parole, lo stile innovativo di Tarantino, creato ne ''Le iene'', e perfezionato e portato all'apice espressivo in ''Pulp fiction'', può essere definito veramente puro cinema.
Naturalmente, ''Pulp fiction'' ha influenzato dal '94 ad oggi decine di registi e sceneggiatori, alcuni ''allievi'', hanno cercato di sviluppare in modo creativo lo stile di Tarantino ( Robert Rodriguez in primis), altri, invece hanno portato alle estreme conseguenze lo stile tarantiniano, cercando di superarlo in contenuto violento (James Wan, Jan Kounen), ma non particolarmente interessanti. In questa sede, non ho trovato necessario descrivere  la trama del film, poichè il web ne è stracolmo. Ma, come si sarà ben compreso, l'intenzione principale è quella di offrire delle impressioni personali sul film, e soprattutto i motivi, per cui può essere considerato una tappa  fondamentale nella storia del cinema, uno spartiacque fra un ''passato'' che era destinato a scomparire  (anche se illustre), e un ''presente'' ancora in corso di svolgimento.




di Andrea Raciti


VOTO: *****




Regia: Quentin Tarantino
Sceneggiatura: Quentin Tarantino, Roger Avary
Produttore: Lawrence Bender
Interpreti principali: John Travolta, Uma Thurman, Samuel L. Jackson, Bruce Willis
Premi: Oscar per la miglior sceneggiatura, Palma d'oro al Festival di Cannes
Genere: Hard Boiled, Commedia, Gangster
Anno: 1994

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2 commenti:

Nuovi Relitti ha detto...

Ezechiele, 25:17. Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto è colui che, nel nome della carità e della buona volontà, conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perché egli è, in verità, il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare, e infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore, quando farò calare la mia vendetta sopra di te!

Bastuas ha detto...

Film molto bello con attori fantastici https://filmstreaming.page/199-fast-amp-furious-hobbs-amp-shaw-2019.html Mi è piaciuto tutto, sembra letteralmente in una volta sola, quindi ti consiglio di dare un'occhiata più da vicino

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